Il Santuario di San Giuseppe
Tra i più importanti santuari dedicati a san Giuseppe, si evidenzia in Italia quello di San Giuseppe Vesuviano. E’ ubicato nella città metropolitana di Napoli, a oriente del Vesuvio e del monte Somma, a 10 km da Pompei e da Madonna dell’arco.
La sua storia risale al 1622, quando viene donato il terreno per la costruzione di una chiesetta intitolata a san Giuseppe, che comincia a dare il nome alla località ed è situata nella piazza centrale. Nel 1683 diventa parrocchia e nel corso del Settecento si edifica una chiesa più grande per l’aumentata popolazione. Solo all’inizio del Novecento si pensa ad un santuario monumentale nel nome del Patrono sulla scia di quello di Pompei. Il progetto, ideato dall’ing. Francesco Foschini, è di impianto classico-basilicale, a croce latina e tre navate. Don Giuseppe Ambrosio, chiamato popolarmente “don Peppino”, pio e ardimentoso sacerdote del luogo, ne diventa l’anima, l’artefice e il fondatore. Pur essendo incompleto, sorprende per quanto è stato compiuto e merita di essere visitato. Si rimane ammirati all’esterno per la facciata imponente e la cupola ardita, all’interno per le colonne, il prezioso altare maggiore, i dipinti e le vetrate.
Dal 1928 la chiesa è affidata ai Giuseppini del Murialdo, che gestiscono anche la casa parrocchiale, il centro giovanile e l’accoglienza.
Indirizzo
Piazza Garibaldi 1
80047 San Giuseppe Vesuviano
Napoli
Telefono
Fisso 081.827.15.34
Mobile 340.342.91.16
Ufficio Parrocchiale
Piazza Risorgimenti,1 – 80047 San Giuseppe Vesuviano (NA)
tel:. 081 8271534
Aperto
Lunedì – Mercoledì – Giovedì – Venerdì
ore 09:30 – 12:00
Orari
Apertura:
ore 06:00 – 12:00 / 17:00 – 19:30
Messe feriali:
ore 07:00 – 09:00 – 18:30
Messe di Sabato:
ore 07:00 – 09:00 – 18:30
Messe festive:
ore 07:00 – 08:30*- 10:00 – 11.30*
18:30 – 20:00
*Esclusi mesi di Luglio e Agosto
Rosario: ore 18:00
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La Statua di San Giuseppe
In parallelo con le crescenti esigenze della cittadina, sorge nuovamente la necessità di ampliare la chiesa parrocchiale sei-settecentesca diventata angusta, bisognosa comunque di ristrutturazione per il decadimento delle sue condizioni e per il dislivello del suo pavimento rispetto alla piazza, con l’inconveniente degli allagamenti nei giorni di pioggia. Nel 1876 l’università di Ottaviano approva il progetto deliberando il contributo di mille lire per ogni diecimila lire che vengono spese; dopo dieci anni il nuovo parroco don Prisco Di Prisco rinnova la richiesta, ma in concreto non se ne fa niente. Nel 1895, “per cura e devozione” del medesimo parroco, ci si procura una nuova statua di san Giuseppe, in sostituzione di quella del Seicento. Non si pensa in quel momento alla provvidenzialità di tale scelta: diventa quella l’immagine venerata del nostro santuario che sarà cara a tanti in Italia e nel mondo. E’ opera del valente artista Raffaele Della Campa che, coadiuvato dal suo socio Francesco Gangi, la modella in legno massiccio e la dipinge con gusto nel suo studio di scultura, in via Foria 88 a Napoli.
E’ un’immagine ad altezza naturale che sembra vera (frutto del verismo dell’arte napoletana di fine Ottocento), quasi una persona con cui puoi parlare e ti sa ascoltare. Particolarmente espressiva, presenta il Patrono che, incamminandosi, viene incontro al suo popolo, tenendo in braccio Gesù. Custode del redentore, lo porta con sé, lo protegge come padre, lo dona come il Figlio prezioso. E’ originale l’atteggiamento del Bimbo divino, che si stringe a lui con gesto affettuoso, gli si attacca al collo, lo abbraccia e quasi lo accarezza. Di aspetto maturo, ha gli occhi dimessi, con lo sguardo pietoso verso chi gli si rivolge, umile e regale insieme, con l’aureola dorata ed il bastone fiorito in argento. Il modo stesso in cui è raffigurato pare portare un messaggio significativo[1]. Lo scultore, interpellato dieci anni dopo l’esecuzione, confida: “quando diedi l’ultima mano al lavoro, l’ultima carezza, l’ultimo bacio, che l’artista depone sulla fronte della creatura da lui ideata e compiuta, mi accorsi che l’opera era riuscita immensamente superiore al mio ideale e dovetti convenire che una potenza soprannaturale aveva illuminato il mio genio, una mano prodigiosa aveva diretto la mia mano… io non fui che l’esecutore materiale delle sue celesti ispirazioni”[2]. Una volta che la statua di san Giuseppe prende il suo posto nel novello comune a lui intitolato, si sblocca la situazione di stallo in cui era ferma l’idea dell’ampliamento della chiesa e si inizia l’avventura che porta alla costruzione del santuario.

“Fare il Bene, farlo bene”

L’amore è un frutto sempre di stagione, e alla portata di ogni mano.

La gioia vera viene da un’armonia profonda tra le persone, che tutti sentono nel cuore, e che ci fa sentire la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita.

Tieni nel tuo cuore Gesù Cristo e tutte le croci del mondo ti sembreranno rose.

La perfezione non consiste nel fare cose straordinarie, ma nel fare straordinariamente bene le piccole cose.

Giuseppino del Murialdo